martedì 18 dicembre 2007

I fantasmi del passato

di Fabio Bertinetti


Il citofono trillò e dalla cornetta uscì il suono di una voce familiare:
-Luca! sono Diego. Posso venire da te?-
L’uomo che era all’altro capo dell’apparecchio non rispose, schiacciò il pulsante e il portone si aprì.
-Ciao Diego- disse l’uomo in tuta e con la barba lunga da giorni, affacciandosi dall’uscio del suo appartamento al piano terra.
-Ciao Luca. Come stai?- rispose l’uomo che entrava sfoderando il suo sorriso da uomo vincente.
-Entra!- rispose l'altro. Quindi la porta si richiuse alle loro spalle.
-Ti trovo bene Luca. Sono contento che tu mi abbia fatto entrare- disse Diego togliendosi il suo cappotto elegante e lasciando trasparire un costoso completo antrace.
-Mi fa sempre piacere ricevere visite. Non mi aspettavo fossi tu, ma ho piacere lo stesso- disse Luca con convinzione
-Dici davvero?- Rispose Diego
L'altro rimase in silenzio, poi disse:
-Certo che non dico davvero! Sei proprio un cretino tu! Credi sempre a tutto-
Diego rimase interdetto. Non capiva se Luca stesse scherzando o meno. Poi disse:
-Me ne devo andare?-
-No! Assolutamente! Considera che ti ho fatto entrare perché è un po di tempo che non guardo in faccia uno stronzo, e sono curioso di sapere che che cosa vuoi. Ti ho fatto entrare per cortesia e curiosità.-
-Posso sedermi? – Disse Diego visibilmente scosso
-Che c’è? Le tue scarpe costose ti fanno male? Dimmi un po’ quante famiglie hai ammazzato per quelle scarpe e quei vestiti?-
-Ma che dici? Perché ammazzato? –
-E mi chiedi perché?-
-Senti Luca, capisco che ho sbagliato, ma dire che ho ammazzato qualcuno è proprio un’esagerazione. Su certi argomenti con te non si può proprio parlare-
-Dì un po’ stronzo! Li leggi i giornali? Oppure sfogli solo le riviste del cazzo? O le pagine sportive?-
-Certo che li leggo i giornali….ogni tanto-
-Bene! Allora leggi questo. Pensavo lo sapessi!-
-Cosa?-
-Leggi, leggi. Pensavo che fossi venuto per questo.-
Luca lesse la pagina che Diego gli aveva indicato, poi disse:
-No! Non è possibile! Ma io..io…-
-Che cosa c’entri tu?-
-Si! Cosa c’entro io?-
-Centri perché sei tu che hai aiutato il padrone a compilare la lista di proscrizione-
-La lista? Ma…-
-Non fare lo stronzo Diego. Lo sai benissimo-
-Non ho compilato nessuna lista.-
-Non lo hai fatto fisicamente, ma sei stato tu a riportare ogni giorno ciò che si diceva in ufficio. Sei stato tu a riferire per filo e per segno le convinzioni politiche di ognuno e quanto fossero attaccati all’azienda o meno. Sei stato tu a riferire chi erano i più irriducibili nel voler scioperare. Oppure no?-
-Vedi Luca…..-
-Vedi un cazzo! Io non vedo niente. Cosa devo vedere? Che cosa ci hai guadagnato a fare la spia del cazzo eh? Una promozione? Un’aumento di stipendio? Cosa? E a che prezzo!- rispose Luca indicando il giornale. Poi riprese:
-Lo sai che io ero come te, non ero coinvolto nella cessione del ramo d’azienda. Eppure ho scioperato insieme ai colleghi. Perché era giusto!-
-Lo so che era giusto!- Disse Diego abbassando gli occhi
-E allora perché l’hai fatto? Eh?-
-Perché me lo hanno chiesto. Me lo hanno ordinato. Io devo molto a quest’azienda. Mi ha permesso di crearmi una famiglia, di avere un futuro!- rispose Diego alzando il tono della voce
-Bel futuro di Merda! Il futuro del traditore e dell’assassino! Non me ne frega una beneamata mischia che te lo hanno ordinato, e lo sai perché-
-No perché?-
-Perché è una scusa del cazzo! È la scusa che usarono i nazisti alle Fosse Ardeatine, a Marzabotto, a Dachau ad Auschwitz. E’ lo scarico di responsabilità nudo e crudo. E’ l’incapacità di dire: “ sono stato una merda”. Non si eseguono gli ordini sbagliati.-
-Gli ordini sono fatti per essere eseguiti. Chi sei tu per dire che sono sbagliati o meno? Non pensi che ci sarebbe l’anarchia a discutere ogni ordine? Perché cosi’ si rischia che tutti sembrino sbagliati!- Rispose Luca con improvviso vigore.
-L’anarchia? L’anarchia? L’anarchia sarebbe discutere gli ordini su questioni di carattere tecnico, ma non etico. La discussione di un’ordine sbagliato eticamente non è anarchia, è civiltà. Non si spara sui bambini è civiltà. Non si spara sui civili è civiltà. Non si mettono le persone nei forni è civiltà. Non si permette di licenziare un collega per delle idee espresse in modo legittimo è civiltà.-
-Non siete stati licenziati. Siete stati ceduti ad un’altra azienda-
-Che dopo tre mesi ha chiuso le sedi in Italia e se ne è andata all’estero… e noi ci siamo attaccati a questo!!!- disse Luca portandosi le mani all’altezza del pube. Poi riprese:
- Comunque ormai non me la prendo più tanto. Mi rendo conto che nella vita ci sono uomini che sanno pensare alle conseguenze di ciò che fanno, altri che sanno solo dare ordini , e altri ancora nati solo ed esclusivamente per eseguirli. Di qualunque ordine si tratti. Tu vesti come un principe, ma sei più schiavo di qualunque servo che sia vissuto nel corso dei secoli. Adesso vattene, non voglio più parlare con te-
Diego voltò le spalle e uscì di casa. Era andato a trovare il suo ex collega solo per dirgli che aveva avuto ragione a non fidarsi delle promesse dell’azienda. Avrebbe dovuto dirgli che alla fine anche lui era stato ceduto da pochi giorni, e che forse, se avesse avuto il coraggio di lottare ora avrebbe sicuramente meno amarezza. Forse era venuto a dirgli che in fin dei conti era stato sempre e solo un burattino, perché così gli era stato insegnato dal padre. Solo eseguire gli ordini. Non bisognava deludere la Famiglia, la Maestra, il Professore, il Tenente o il Capoufficio. Ormai non c’era più bisogno di dire nulla di tutto ciò. Uscì in strada e si allontanò da quella casa dove fino a qualche giorno prima viveva una famiglia e ora era abitata solo da un fantasma. Ripensò al titolo letto sul giornale:
“Omicidio suicidio a Roma, impiegato perde il lavoro e stermina tutta la famiglia. In una lettera ai genitori spiega il folle gesto”.

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