Non sapeva come considerarla. Non sapeva se poterla immaginare un’amica, una nemica o semplicemente la futura suocera. Per alcuni mesi Carmen era stato un riferimento chiaro, indiscutibile. Il pensiero che potesse trattarsi di una nuova madre, di un punto di riferimento era così presente nella testa di Magdeline che sembrava tangibile quanto lo sembrava la fame.
-Que Ambre!- Pensò e si ricordò di quando, discutendo del più e del meno nel tentativo di ammazzare la noia dei pomeriggi senza turisti, un’amica gli chiese:
-Ma la fame è astratta o tangibile?-
-Che domande fai a quest’ora del pomeriggio?- fu la risposta di Magdeline. Risposta di comodo, evidentemente, ma da quel giorno in poi il pensiero che la fame potesse essere tangibile anche se non si poteva vedere o toccare, le rimase dentro.
Ora era li a guardare la Carmen che beveva e cantava, accennando anche dei passi di salsa. La Carmen con quel pancione ridicolo e i seni che le arrivavano fin quasi all’ombelico. La Carmen una donna che aveva cinquanta anni, ma ne dimostrava almeno 20 in più. Anche per quel motivo aveva accettato le avances di quel ragazzo Italiano che Carmen gli aveva praticamente buttato addosso. Non voleva diventare come lei, Magdeline avrebbe voluto una famiglia, ma non li non a Cuba. Non poteva pensare di vedersi tra 20 o 30 anni con pochi denti, una pancia enorme, a bere birra e a mangiare fino a scoppiare e a rallegrarsi perché il proprio figlio aveva ingannato una turista Spagnola ed era riuscito a convincerla a sposarlo. Oscar, il figlio di Carmen, il suo Oscar, il suo fidanzato, il suo amante più focoso e più rimpianto tra tutti quegli uomini che Magdeline aveva avuto. Beveva e pensava, pensava e beveva. Rideva, anche. Un riso amaro ma ben simulato. Marco ogni tanto le si avvicinava e la baciava. Quel ragazzo che le aveva rimediato la Carmen sembrava fosse una sconfitta, un contentino per la perdita che le aveva imposto, Magdeline, però, aveva tutta l’intenzione di trasformarla in una vittoria. Si alzò dai gradini ove era sistemata, con il grande piatto in mano, piendo di carne di maiale, pomodori, cipolla, riso e fagioli. Un piatto così grosso che si faceva fatica anche a mangiarlo con gli occhi. Iniziò a ballare Magdeline, sinuosa e sensuale strofinandosi su Marco quanto poteva. Quanto ben di Dio quel giorno in quella casa, quanto ben di Dio in quella “fiesta de la Mujher”. Quell’ 8 marzo del 2001 Marco, sottovoce, le annunciò che l’avrebbe portata con sè. Magdeline non volle crederci, complice l’alcool si sentì la testa leggera, la vista annebbiata. Fu un momento, poi l’allegria, quella vera, contagiò anche lei. La stronza di Spagnola le stava portando via Oscar, lei sarebbe scappata da Cuba con Marco. Anche Oscar avrebbe sofferto, anche lui avrebbe provato lo stesso dolore che il cinismo e la convenienza le avevano infilato nel cuore.
lunedì 8 settembre 2008
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