di Fabio Bertinetti
Finalmente siamo riusciti ad ottenere un intervista con il personaggio del momento. Siamo qui in compagnia di Raimondo Farese, il protagonista di due romanzi.
-Buongiorno Raimondo-
-Buongiorno a voi, come state?-
-Bene, grazie. Iniziamo innanzitutto con il presentarci ai lettori e…. posso darti del Tu?-
-Normalmente non sono così pronto nel permettere tanta confidenza. Penso che il rispetto derivi soprattutto dalle formule e nel non dare per scontato che un’eccessiva confidenza possa far piacere a chi lo riceve. Premesso ciò vi accordo il permesso. In fin dei conti siete il mio creatore ed ho intenzione di mostrarvi la mia gratitudine in questo modo.-
-Bene! E allora presentati al lettore. Raccontaci chi sei e cosa hai fatto-
-Il mio nome lo conoscete già tutti, ma non la mia data di nascita. Sono nato a Roma moltissimo tempo fa: il 16 dicembre del 1490. Secondo il vostro oroscopo sono del sagittario, mezzo uomo e mezzo cavallo. Nell’antichità classica avrebbero detto un centauro, ma penso che il nome derivi dalla caratteristica di scagliare frecce. I Sagittarii erano gli arcieri dell’antica Roma. Truppe ausiliare non legioni.-
-Quindi hai 519 anni!-
-518! Per ora. Anche se a quest’età anno più ed anno meno fa poca differenza.-
-Sei ancora qui con noi, ma un giorno morirai anche tu?-
-E’ complicato rispondere a questa domanda. Verrebbe spontaneo dire che in quanto mio creatore dovreste essere voi a decidere, ma non so se sia una risposta corretta.-
-Perché?-
-Perché il personaggio di un libro è sempre immortale. Specialmente se è di fantasia come lo sono io. Potrei dire che la mia immortalità è direttamente proporzionale al numero di lettori che avrò nel corso del tempo. E in un certo senso anche la Vostra, come scrittore.-
-Quindi se io decidessi della tua morte, realmente sarebbe una finzione. Sarebbe più finzione la tua morte che non la tua creazione?-
-In un certo senso si! Comunque entrerò nell’immaginario del lettore a prescindere. Non sarà la mia morte a cancellarmi dalla sua memoria, quindi….-
-La tua creazione sarà reale mentre la tua morte no!-
-Mi piace pensare che sia così-
-Bene Raimondo! Ora raccontaci che cosa hai fatto in tutti questi anni-
-Ho vissuto il cinquecento. Quello che poi è stato definito il rinascimento Italiano: un periodo complesso, pieno di contraddizioni, guerre , intrighi e macchinazioni, tentativi di egemonizzare l’Europa.-
-E chi ha vinto poi?-
-Nel cinquecento nessuno. E neanche nei secoli successivi. La storia si è ripetuta fino al secolo scorso, quando gli Europei si sono stancati di massacrarsi a vicenda.-
-E tu da uomo del cinquecento come hai vissuto il tuo periodo?-
-Da protagonista, anche se sui libri di storia non ci sono finito.-
-Allora eri un gregario! Un non protagonista!-
-Non direi! La storia la facciamo tutti i giorni. Sui libri finiscono solo alcuni dei personaggi, ma in quanto esseri umani , in grado di intrattenere relazioni ,sono sicuramente stati influenzati da qualcuno. Preferisco pensare che una semplice interazione con una persona possa essere determinante nelle scelte che questa compie nei suoi successivi momenti di vita.-
-E tu chi hai influenzato? In cosa pensi di essere stato determinante?-
-Nel primo romanzo mi hai catapultato nel mezzo dei preparativi per la disfida di Barletta. Ettore Fieramosca può essere stato influenzato dalla mia presenza, dai miei racconti e suggerimenti. Lo stesso può essere successo per Messer Prospero Colonna. La stessa mia presenza a Barletta gli ha suggerito delle azioni che hanno poi preservato la sfida. Ricordi i contrasti tra Messer Colonna e Don Consalvo De Cordoba?-
-Si, li ricordo, ma quella è finzione!-
-Io preferirei considerarli degli esempi. –
-Spiegati meglio Raimondo-
-Un Romanzo storico è finzione, si, ma se è verosimile è un esempio. Non tanto di cosa sarebbe potuto succedere, ma di quello che potrebbe succedere in circostanze simili.-
-Quindi sei un fautore dello studio della storia per comprendere il futuro-
-Si! I meccanismi che regolano le scelte delle persone, gli eventi, i desideri, sono sempre gli stessi. Se la storia è verosimile è sufficiente contestualizzarla nel periodo attuale.-
-In questo modo si avrebbe la possibilità di vivere un deja vù?-
-Esatto! Compresi alcuni meccanismi li si può trasportare “ a spasso” nel tempo. L’importante è mantenere le dovute proporzioni. Un cavallo non sarà tale nel 2009, ma sarà un’automobile. Una spada sarà una pistola. Un duello, magari, una gara sportiva pregna di significato politico. Il gioco di potere che poi vi è alle spalle è spesso e volentieri invariato.-
- Fammi un esempio di ciò che può essere attualizzato. Parlami di un fenomeno che hai vissuto che può essere traslato ad oggi.-
-Il secolo nel quale vivete è caratterizzato dalla paura. Anche il precedente lo era e dopo quelle guerre gigantesche, che hanno incendiato tutto il mondo, è stata solo la paura a permettere al potere di mantenersi. Si è passato dalla paura dell’invasione Sovietica alla paura per il terrorismo internazionale. Ogni stato, nel suo piccolo, ha poi mantenuto dei fenomeni di terrorismo locale che ne hanno puntellato le leadership.
-Che cosa doveva temere il potere? Per quale motivo sono stati messi in moto simili meccanismi?-
-Il potere non ha timore di un qualche cosa di specifico. Ha paura di tutto perché ha tutto da perdere: Ha paura delle idee, ha paura delle novità ha paura del confronto, ha paura della critica e delle osservazioni. Il potere ha necessità, sostanzialmente, che le cose rimangano come sono, che il mondo non si evolva.-
-Ma il mondo non può smettere di evolversi! E’ la storia-
- E infatti lo fa, ma ai comodi del potere. Le tecnologie che servono si tengono, quelle che non servono o che potrebbero creare troppo squilibri si ignorano. E lo stesso vale per le idee. –
-Allora citami un evento storico che abbia un parallelismo con la vita di oggi-
-La paura del divino ha alimentato meccanismi che hanno arricchito il potere. L’utilizzo della religione come bastone o come carota ha permesso la nascita e la crescita del potere temporale della chiesa. Le masse ignoranti si affidavano alla preghiera, alla confessione fino ad arrivare all’acquisto delle indulgenze. Ciò ha permesso alla chiesa Romana di mantenere lo sfarzo, il lusso ed il potere. Il problema è che di tutto ciò ne hanno goduto solo in pochi. Innanzitutto geograficamente parlando, solo il centro ha tratto benefici da questo fiume di denaro. In secondo luogo solo un’elite di persone ha realmente gestito la ricchezza. Il ciabattino Romano o il mercante Fiorentino sono stati raggiunti dall’indotto di tale giro di soldi, ma il contadino tedesco o il mercante fiammingo (la periferia quindi) non traevano lo stesso vantaggio. E’ normale che dalle provocazioni di Lutero si sia passati in poco tempo alla nascita delle confessioni Anabattiste, Calviniste e Zwingliane. Ed è altrettanto comprensibile che da fenomeno religioso, si sia trasformato in fenomeno sociale, dando luogo a vere e proprie “rivoluzioni senza anima” come la rivolta dei contadini del 1524. In risposta a tutti questi avvenimenti la chiesa cattolica ha bollato di “eresia” tutto un complesso e giustificato meccanismo di protesta, alimentando la paura. In fin dei conti è come quando un regime odierno accusa di terrorismo un dissidente politico. A quel punto la repressione armata nei confronti suoi e dei seguaci è legittima e doverosa. In quel momento lo stato ricicla se stesso. E’ ciò che sta succedendo in Iran e che, con meccanismi più sotterranei, potrebbe succedere in qualsiasi paese ove l’informazione sia al servizio di una persona o di un gruppo ristretto.-
-Quale è il parallelismo quindi?-
-L’informazione manipolata. La chiesa influenzava le coscienze. La televisione e i giornali (ma molto più la televisione), possono creare un’ opinione artefatta, qualora venissero utilizzati in modo distorto. Dopo anni di “mala televisione” possono risultare alterati tutti i parametri necessari per farsi un’opinione. E’ una modalità subdola perché nessuno ti dice come devi pensare, è semplicemente un percorso che la tua mente intraprende pensando che sia frutto solo ed unicamente della tua coscienza. Invece è una opinione indotta, guidata.-
-Puoi fare un esempio?-
-Se per anni si impongono modelli di bellezza, successo, ferocia, prepotenza, denaro ad ogni costo a discapito della giustizia sociale e della solidarietà. Se poi l’individualismo uccide la coscienza collettiva, allora nel futuro le persone saranno programmate per pensare in una forma socialmente disgregante. E si sa che la disgregazione aiuta il potere.-
-Divide et impera!-
-Appunto!-
-Pensi che in Italia si corra qualche pericolo?-
-Penso di aver fornito il mio punto di vista. Le opinioni se le faccia il lettore-
-Hai comunque un consiglio per chi dovesse ritenere corretto ciò che hai detto?-
-Si! Leggete i libri!-
-E a chi non è d’accordo con te? Cosa aggiungi?-
-A maggior ragione….Leggete i libri. Basta un’ora di TV in meno al giorno e si possono leggere intere biblioteche.-
-Per oggi è tutto Raimondo. Grazie-
-Grazie a voi-
giovedì 25 giugno 2009
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